Quello che resta

Spunti e riflessioni di un piccolo week end

Mi trovavo nella capitale per un week end, in vista della tesi di Master. Era dicembre e c’era aria di Natale. Adoro il Natale. Prenotammo un piccolo appartamentino, di quelli curati e semplici. Il proprietario ci spiegò, mostrandocelo, che era stato costruito interamente in legno e alcuni particolari, come ad esempio gli appendiabiti, erano stati realizzati con maniglie delle porte. Persino alcuni soprammobili non erano che legno lavorato così bene che avrebbe potuto assumere qualsiasi forma.

Mi colpì l’originalità di quell’uomo. Con semplici oggetti ti arredava un intero appartamento.

Mi fermai ad osservare un albero, realizzato a parete, con pezzi di legno a formare i rami. Il proprietario mi disse che quello l’aveva fatto con gli scarti… con ciò che era rimasto.

Pensai a quante cose potremmo fare con quello che resta.

Legno, spazio, tempo che rimane.

Mi colpì perché mi chiedevo spesso, in quei giorni, cosa sarebbe stato dopo aver conseguito quel titolo, cosa sarebbe rimasto da fare. Come se ciò che rimane non avesse il suo diritto di avere un posto, un destino, un senso. Quel tizio aveva dato un senso a dei pezzettini di legno ritagliati e ne aveva fatto un albero da arredamento…… e io non riuscivo ad utilizzare in modo costruttivo e sensato ciò che mi rimaneva?

Non era possibile.

Non facevo che guardare ciò che rimaneva di quell’esperienza come i cocci di qualcosa di finito, concluso, quando quegli stessi cocci erano l’inizio di qualcosa che poteva rinascere, prendere altre forme, nuove idee, progetti. Capita spesso di vivere una sensazione di disorientamento quando si conclude un percorso, come se, conquistato qualcosa, non sapessimo dove andare. Dipende da un errore cognitivo, dovuto al fatto che si vede il traguardo come qualcosa oltre il quale non c’è nulla e null’altro da fare, perché oramai siamo arrivati, ed ora? Capita, anche, quando ci si annulla in vista di un obiettivo da raggiungere e si investono tutte le energie per la sua realizzazione. Ma cosa facciamo col tempo che ci è rimasto poi? Con ciò che abbiamo imparato? Ognuno di noi ha i suoi pezzi di legno avanzati, ma c’è un motivo per cui sono ancora lì.

Ciò che “resta” non è necessariamente qualcosa di inutile che non ci è servito, può essere qualcosa che NOI non abbiamo saputo utilizzare al meglio.